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Chiesa Madre S. Maria della Neve
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::Chiesa Madre S. Maria della Neve a Mazzarino » Storia

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(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa Madre S. Maria della Neve

Chiesa Madre S. Maria della Neve

Piazza Angelo Monterosso



La chiesa Matrice di Santa Maria della Neve, in piazza Angelo Monterosso (piazza della Matrice) risulta distrutta dal terremoto che devastò il Val di Noto nel 1693.
Venne ricostruita ad una navata per volontà di Carlo Maria Carafa e su progetto dell'architetto Angelo Italia; nella letteratura locale viene citato anche con il nome Giuseppe.
Dalla data riportata nel cartiglio, posto nella cartella sopra la chiave di volta dell'arco che sormonta il portale si evince che l'edifico è stato ultimato nel 1736.
Nelle intenzioni del principe vi era una grande chiesa ad una sola navata voltata a botte. Il progetto fu abbandonato alla morte del principe e dello stesso architetto, e fu ripreso più tardi nel XIX sec. con modifiche importanti nell'impostazione stessa della chiesa: non più ad una sola navata ma a tre, visto la difficoltà che l'architetto Italia aveva nell'affrontare questo ardito compito.
I lavori furono completati, dopo diverse interruzioni, nel 1844, su committenza del sacerdote Andrea Bartolotta e su progetto dell'architetto Giuseppe Ferrera; capomastro Matteo Buccola. Viene quindi rivestita degli stucchi e completata la decorazione, la chiesa viene pavimentata su committenza del sacerdote Salvatore Faraci.
Tra il 1863 e il 1873 viene realizzato il coro ligneo dallo scultore mazzarinese Santo Luigi Rigano.
Nel 1874 viene allestita la cappella del Santissimo Sacramento con la realizzazione dell'altare, con relativo tabernacolo, dallo scultore mazzarinese Santo Luigi Rigano.
Tra il 1881 e il 1896 viene realizzato l'altare maggiore dal marmoraro mazzarinese Antonino Piazza; fu quindi consacrato da monsignore Gaetano Quattrocchi, vescovo di Mazara ma originario di Mazzarino.
Il prospetto è di sapore tardo cinquecentesco e contiene influssi barocchi. Esso è rimasto incompleto, infatti le nicchie dovevano essere riempite da statue che mancano.
Nell'ultimo decennio del sec. XX, con proseguimento nei primi anni del secolo successivo, vengono restaurati gli stucchi e gli affreschi, su progetto curato dalla Soprintendenza di Caltanissetta.
All'inizio del secondo decennio del sec. XX vengono realizzati i seguenti lavori con finanziamento dell' 8 per mille erogato dalla CEI. Revisione delle coperture e del sistema di smistamento delle acque meteoriche. Manutenzione e ripristino degli stucchi, dell'impianto elettrico, della pavimentazione, dei portali, delle scalinate esterne, del portone laterale. Tinteggiatura e manutenzione delle pavimentazioni dei locali annessi.

Descrizione
La chiesa, ricostruita nelle forme attuali dopo il terremoto del 1693, occupa per intero un isolato rettangolare, circondato da strade poco ampie. La pianta ha uno sviluppo longitudinale con tre navate e transetto con finta cupola all'incrocio. La facciata è organizzata su due ordini, dei quali il secondo è incompiuto.
Pianta longitudinale a tre navate con transetto, con absidi semicircolari ai capicroce e cupola finta in stucco all'incrocio delle navi. La navata centrale si prolunga oltre il transetto, con cappellone con coro ligneo e terminata da abside semicircolare, in cui campeggia un monumentale altare marmoreo. Ai lati esterni delle navate laterali si aprono cappelle semicircolari. Tutte le absidi e le cappelle sono contenuti al'interno dei muri perimetrali esterni, determinando un unico isolato rettangolare, circondato da strade e slarghi pubblici. Nei quadrilateri di risulta, ai lati del cappellone centrale, trovano posto alcuni ambienti di servizio: a destra sono adibiti a sagrestia e uffici parrocchiali; a sinistra a deposito e vani di passaggio, in cui trovano posto i due sistemi di scale: uno che scende nei locali dell'ex cripta, ora in disuso e adibita a deposito, e uno che sale ai piani superiori, con ambienti destinati alle attività pastorali. Nello spessore dei muri perimetrali sono dislocati altri sistemi di scale di servizio tutte a chiocciola tranne una che dalla sagrestia consente l'accesso alla cantoria, posta sopra il lato destro del coro. Un'altra cantoria è ubicata sulla controfacciata, immediatamente sopra l'ingresso principale.
La navata centrale e il transetto sono coperti da volte a botte lunettate, in prossimità delle ampie finestre rettangolari, e con intradosso di cupola finta all'incrocio delle navi, che sporge con un tiburio parallelepipedo all'esterno. Le navate laterali sono coperte da cupolette finte, occultate all'esterno nel sottotetto. La copertura dei tetti è a falde, realizzate con strutture lignee, sormontate da tegole a coppi siciliani.
Il prospetto principale si apre in uno slargo di non estesa superficie al punto di consentire la visione della facciata solo di scorcio. È organizzata su due registri sovrapposti, di cui il superiore è incompiuto: è stato eseguito solo una voluta a destra e la muratura è interrotta appena sopra il vano della finestra, il quale si apre, così, sul tetto della navata centrale e non all'interno della chiesa. Il paramento murario, realizzato in pietrame e calce e rivestito da conci di tufo squadrati e modanati a seconda della collocazione, è scandito da paraste di ordine tuscanico, le quali, ritmando la superficie ne caratterizzano la parte centrale, delimitandola con coppie binate di paraste e avanzandola lievemente. Nelle superfici inoltre si aprono nicchie coronate da timpani dalla cornice a sesto ribassato e sormontate da finestre cieche, su cui si ergono antefisse a palmizi inversi; analoga partitura si trova, sebbene incompleta, nell'ordine superiore. La fascia marcapiano è realizzata con un fregio di ordine dorico, sormontato da cornice aggettante, sopra la quale, al secondo ordine, si erge un attico con imoscapi lisci. La parte centrale del primo ordine è ulteriormente caratterizzata dal complesso binato di paraste e semicolonne e dal coronamento di volute acroteriali simmetriche, che accennano un timpano mistilineo. Il portale, dal vano a tutto sesto, è affiancato da lesene modanate e sormontate da un fregio dorico, interrotto al centro da una cartella incorniciata da un ricco fastigio con giri di fasce, le cui terminazioni sono arricchite da cadimenti fitomorfi ovvero protomi antropomorfi. Sopra la cornice si erge una finestra cieca, affiancata da pissidi acroteriali su plinti e con una cornice con cartelle agli angoli superiori e volute ai lati e sormontata da un timpano a sesto ribassato. All'unico accesso centrale si perviene per mezzo di una larga scalinata rettangolare, interrotta da un ampio pianerottolo a metà salita. Il paramento murario è realizzato con pietrame informe a faccia vista con cornici, fasce marcapiano e lesene in conci squadrati e modanati a seconda della collocazione. La struttura muraria si estende incompleta oltre la cornice, con aperture a tutto sesto che si aprono, pertanto, sui tetti delle navate laterali. Sui rispettivi lati in prossimità del centro, si aprono due accessi, dalle essenziali cornici in pietra, ai quali si perviene da due coppie di rampe di scale simmetriche e che consentono l'ingresso alle navate laterali attraverso le descritte cappelle.
Le superfici delle pareti interne sono interamente rivestite da stucchi, che nelle specchiature delle volte e in talune delle pareti esterne delle cappelle delle navate laterali presentano una tinteggiatura cromatica. Le cappelle laterali hanno conservato le originarie balaustre in ferro battuto dipinto. Le pareti degli ambienti accesori sono intonacate e tinteggiate.
La pavimentazione è interamente realizzata con lastre quadrate in marmo bianco di carrara venato e marmo grigio di billiemi, disposte a scacchiera, ripartite da listelli in rosso di verona in prossimità delle navate laterali, nel cappellone centrale e nelle cappelle laterali.
nel 1966 si rimuove l'antica balaustra in ferro e si registra la sopraelevazione di tutta la pavimentazione del presbiterio. Realizzazione dell'ambone ligneo a opera di Biagio Lucente di Comiso.
Nel 2000 si registra l'inserimento dell'altare e dell'ambone sfruttando elementi marmorei e lapidei erratici preesistenti.
Al suo interno diverse opere d'arte. Sull'altare maggiore, fa bella mostra di sè un' antica e pregiata tela della Madonna della Neve che si fa ammirare per la sua imponenza e l'effetto dei suoi colori. Inoltre ai lati del presbitero vi è un "coro" scolpito in legno da Santi Rigano, con bassorilievi raffiguranti trentasei scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Nella navata di sinistra degno di nota è l'Altare dedicato al SS.mo Sacramento, intarsiato di cristalli dorati e colorati.



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